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Castità è virtú per la qual l uomo costringe lo ncendio
della lussuria col freno della ragione. Pudicizia è virtú
per la qual non solamente si rifrena lo ncendio della lus-
suria, ma rinfrenasi i suoi segni; e sono i segni della lus-
suria i reggimenti del corpo e l abito del vestimento. E
cosí vedi che differenza ha tra Castità e Pudicizia, per-
ché Castità rinfrena i movimenti della lussuria, ma Pudi-
cizia i movimenti e i segni. E dividesi Castità in tre parti:
perché altra è Castità virginale, che non ebbe anche uso
d uomo, e altra è castità vedovale, che già uso d uomo
hae avuto, ma or se ne astiene; e altra è castità matrimo-
niale, c ha uso d uomo, ma legittimamente; e catuna di
queste è detta castità. Astinenzia è virtú per la quale si
costrigne la volontà della gola, cioè del mangiare e del
bere di soperchio. Parcità è virtú per la quale si ritiene
quel che si convien ritenere, secondo che Larghezza è
virtú per la quale quel ch è convenevole si spende. La
Umilità è virtú per la quale l uom porta vile abito, e l
ben che fa nasconde acciò che non appaia di fuori; e di-
videsi in tre parti: per la prima s umilia l uomo al mag-
giore, e questa è detta bastevole; per la seconda s aumi-
lia al pare, e questa è detta perfetta; per la terza s aumilia
l uomo al minore, e questa è detta sopraabbondevole.
Onestà è virtú per la quale tutte le cose che bisognano
alla vita dell uomo si recano ad uso temperato. Vergo-
gna è virtú per la qual si vergogna l uomo de le soper-
chianze e de mali, e si rifrena la lingua che sozze parole
o di soperchio non favelli.
Dunque vedi che s usa Temperanza quando s astie-
ne l uomo da desideri non liciti, o quando costrigne
l incendî della lussuria col freno della ragione, o quando
costringe i segni della lussuria, o quando s astiene del
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mangiare e del bere di soperchio, o quando tempera le
spese a quel che si conviene, o quando è umile inverso l
prossimo, o quando è onesto e reca le cose de la vita a
uso temperato, o quando si vergogna de le soperchianze
e de mali e de le sozze parole. E sempre s usa questa
virtude quando si tiene la via del mezzo nelle cose.
CAPITOLO XXXVI
Delle schiere della Iustizia e de suoi capitani.
Appresso venne la quarta Virtú, e fece nove schiere
della sua gente, e a catuna diede il suo capitano. E quan-
do ebbe cosí fatto, dissi: Dimmi, chi è quella Vírtú
c ha ora le sue genti schierate, e chi sono i capitani delle
schiere? Ed ella disse: Quella è una Virtú che s apel-
la Iustizia; e usasi questa Virtú in nove modi, e ciascheu-
no modo hae il suo nome, che son Virtú che nascono di
Iustizia, e son cosí appellate: Religione, Pietà, Sicurtà,
Vendetta, Innocenzia, Grazia, Reverenzia, Misericordia,
Concordia.
E quando ebbe cosí detto, dissi: Dimmi, che è Giu-
stizia? Ed ella disse: Iustizia è una virtú d animo di
ferma volontà di rendere a ciascun sua ragione servando
la comune uttilità . E quando ebbe cosí detto, dissi:
Dimmi alcuna cosa delle Virtú che nascono di Giustizia
. Ed ella disse: Religione è virtú per la quale si muove
l uomo a rendere a Dio la sua ragione; e divídesi in tre
parti, cioè in Fede, Carità e Speranza . E io dissi: Che
è Fede? Ed ella disse: Fede è una ferma credenza di
verità onde ragion non si può assegnare. E perché la ve-
rità si crede molte volte, ma non s ha per lo fermo, però
ti dissi «ferma credenza». E perché la verità si crede
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Bono Giamboni - Libro de vizî e delle virtudi
molte volte fermamente, ma non puossi mostrare e pro-
vare per ragioni naturali, però ti dissi «onde ragion non
si può assegnare»: perché non sarebbe fede quella onde
si potesse render ragione, ma sarebbe scienzia; e però
disse san Gregorio: «Quella fede non ha merito, che si
crede per naturali e vive ragioni». Carità è virtú per la
quale si muove l uomo ad amare e ubidire e reverire
Idio. Speranza è virtú per la quale s ha ferma credenza
d esser da Dio del ben guiderdonato . E quando m eb-
be di Religione e de le sue parti cosí mostrato, dissi:
Che è Pietade? Ed ella disse: Pietà è virtú per la qua-
le redde il padre al figliuolo e l figliuolo al padre e l cit-
tadino alla sua città la sua ragione. Sicurtà è virtú per la
quale si fa del malificio vendetta e non si lascia neuna co-
sa a punire. Vendetta è virtú per la quale l uomo conta-
sta al nimico, che no li faccia né forza né ingiuria, difen-
dendosi da lui. Ma pare che Vendetta e Sicurtà non sian
virtú, perché ogni virtú intende d operare alcuna cosa
buona, perché hanno cominciamento dalla natura; e per
queste non si fa bene, ma puniscesi il male. Grazia è
virtú per la quale rediamo ragione a nostri benifattori,
cioè a l amico e al parente si rende cambio de lor benifi-
ci. Innocenzia è virtú per la quale de le ngiurie mal me-
rito non si rende. Reverenzia è virtú per la quale a nostri
maggiori o a coloro che sono in alcuna dignità facciàn
quello onore che si conviene. Ed è detta Reverenzia uno
amore mescolato con paura, e dividesi in due parti, cioè
venerazione e ubidienzia: venerazione è virtú per la qua-
le a li nostri maggiori facciamo reverenzia o in umiliare
lo corpo o ne riggimenti o nell umili parole; obedienzia
è virtú per la quale facciam quello che giustamente n è
comandato: perché, se secondo discrezione comandato
non fosse, non siam tenuti d ubidire. E obedienzia si di-
vide in due parti: l una, quando è comandato cosa che
s apertenga ad onore (e in questa non dee esser la nostra
volontà, perché non dovemo onore desiderare); l altra,
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quando è comandato cosa d aversità o di dispetto: e in
questo dee essere la volontà nostra, perché ci si conviene
di volere aversità. E però disse san Gregorio: «Da sapere
è, ch è da nulla obedienzia se ha da sé alcuna cosa; e
molte volte, se da sé non ha nulla, è cosa da neente; per-
ché, quando è comandato cosa da onore, cioè che vegna
in maggiore stato colui che ubidisce, perde il merito
dell ubidienza se desidera quella: perché non è ubidien-
za degna di merito quando l uomo ubidisce a quello ov è
l desiderio dell animo suo. Ma quando è comandato co-
sa di dispetto o di briga, se la volontà di colui che ubidi-
sce non v è, menoma il merito che dee avere per l ubi-
dienza: imperò che a quelle cose che sono di dispetto in
questa vita viene contra sua volontade. E cosí vedi che
obedienzia nelle cose contrarie dé alcuna cosa di suo
avere, ma ne le prosperevoli non dee avere al postutto
nulla». Misericordia è virtú per la quale l uomo nelle mi-
serie del prossimo suo si muove a pietà per ispiramento
di divino amore; e spezialmente è detta misericordia
quando per l amor di Dio colui ch è bisognoso d alcuna
cosa soveniamo: e allotta non noi di nostro, ma quel ch è
suo a Dio reddiamo. Concordia è virtú per la quale li cit-
tadini, overo coloro che sono d uno paese, lega sotto una
medesima ragione, overo che coloro che abitano insieme
in un volere lega e congiugne.
CAPITOLO XXXVII
Del concedimento cke possa la Fede aringare.
Assettate e fatte tutte le schiere, sí de Vizî come de le
Virtú, e dato a catuna schiera buon capitano e gonfalone
della sua insegna, la Fede cristiana, la quale era venuta
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